BONUS MOBILITA'

 2020 ODISSEA NELLO STRAZIO per chiedere il contributo mobilità.

Cronaca di una richiesta del bonus per rimborso acquisto bicicletta..



La saga del bonus mobilità: un inutile esercizio per ottenere ciò che è stato promesso

                                                            BONUS MALUS

Può essere considerato la metafora di un modo sciatto ed arrogante di amministrare la cosa pubblica, il paradigma di come si prendono in giro i cittadini. A livello di comunicazione è stato motivo di sfottimento  del governo per mesi, a livello di effetti pratici è stato un esempio di provvedimento inutile, a livello operativo è stato un segno di totale inefficienza. 

E’ il provvedimento preso dal governo per cui, a decorrere dal 4 maggio, chiunque ha acquistato una bicicletta, un monopattino o altro veicolo di mobilità personale a propulsione elettrica, può godere di un rimborso da parte dello Stato del 60% del valore fino ad un concorso di 500 Euro. 

Quindi avendo  comprata  una bicicletta il 20 maggio,per farne regalo  a mia moglie nel giorno del suo compleanno,  mi aspetto che, tornato a casa, io possa accedere on line al  sito dell’ente che gestisce l’operazione e possa fornire il mio IBAN affinchè mi  venga accreditato il 60% di quanto ho pagato. Se non fossimo nella Repubblica delle banane! 

Se ci si pensa, si tratta di un’operazione di un’estrema facilità che chiunque conosca i meccanismi della burocrazia può confermare. Invece no. Di rinvio in rinvio, di mese in mese, siamo arrivati a quello che hanno chiamato il “click day”: il 3 novembre, a ben sei mesi di distanza. Il 3 novembre, sul  sito del Ministero dell’Ambiente, viene aperto un modulo on line per chiedere il rimborso. 

Naturalmente tenendo conto dell’ordine di acquisto? Perché, se si è  in una fila si viene serviti in ordine di arrivo. Invece no:  il primo che arriva arraffa, all’italiana e, considerando che i fondi sono limitati e non bastano per tutti,  non è  una cosa di poco conto. Quindi, armato di tanta pazienza accendo il computer verso le 9,30 e, dopo qualche problema di accesso riesco aprire il modulo e mi appare una scritta:

 Sei in attesa di accedere al sito.
Quando sarà il tuo turno, avrai a disposizione 20 minuti di tempo per accedere al sito.
Si ricorda che: 


- l’ingresso alla sala d'attesa non dà la garanzia automatica del rimborso o della generazione del buono mobilità;


- l’accesso e/o la registrazione al sito non dà diritto alla corresponsione del contributo, che sarà erogato fino all’esaurimento dei fondi disponibili; 


- l’accesso all’area riservata avviene esclusivamente con credenziali SPID con livello di sicurezza 2; 


- il tempo di permanenza all’interno del sito è stabilita in 20 minuti a partire dall’accesso; nel caso in cui non riuscissi a completare la richiesta di contributo nel tempo stabilito, verrai indirizzato al sistema di accodamento e dovrai effettuare un nuovo accesso;


- in caso di richiesta di rimborso si consiglia di avere con sé iban, copia elettronica del giustificativo di spesa in formato PDF, JPG o PNG (max 3MB) e partita iva dell’esercente;

E vengo a sapere di essere l’utente in coda n. 394.714. Il rimborso diventa un fatto secondario, devo comprendere fino a che punto può arrivare l’ottusità del sistema. 

Anche se mi sento tanto scimmietta scodinzolante in attesa delle noccioline,  invece che utente che sta reclamando un diritto, inizio ad attendere. Preparo tutti i dati richiesti compresi i codici SPID. Per chi non lo sa lo SPID è il sistema pubblico di identità digitale che permette l’accesso ai siti dell’amministrazione dello Stato. Per chi lo conosce sa bene che è un sistema che richiede difficoltà e spese  per esservi registrati. 

Forse il semplice utilizzo del Codice Fiscale, con cui si fanno le maggiori transazioni, poteva anche bastare per una semplicissima operazione di recupero di parte di ciò che si è pagato. Verso le 14,50 è il mio turno e provo ad entrare, inserisco le credenziali attraverso il servizio SPID che mi viene fornito da ARUBA ed attendo qualche secondo; il sistema mi comunica che il mio tempo è scaduto e mi invita a rimettermi in coda. Alle 14,55 sono di nuovo in coda ed il sistema mi dice che sono l’utente n 627.398. Ormai è un gioco e continuo a giocare. 

Alle 18 circa il sistema si interrompe e nessuna notizia mi viene data; io ero il n 119.733 in coda. Con pazienza e rassegnazione mi accingo a riprovarci l’indomani. Alle 9,30 del 4 novembre mattina accendo il computer, piu per curiosità che per convinzione, entro nel sito del Ministero dell’Ambiente e leggo: La dotazione di risorse del «Programma sperimentale buono mobilità» per l'anno 2020, pari a euro 215 milioni di euro, somma sino alla cui concorrenza la Legge riconosce il diritto al beneficio, è terminata nell’erogazione dei rimborsi e nella prenotazione dei buoni.

Il Ministero dell'Ambiente considera strategiche le politiche di incentivo alla mobilità sostenibile ed in particolare alla mobilità dolce che consente di soddisfare le esigenze di mobilità in ambito urbano con minimi o nulli impatti ambientali. Per tali motivi il Ministero dell'Ambiente è impegnato nel reperire ulteriori risorse da appostare per l'annualità 2020 del Programma sperimentale buono mobilità.

Pertanto, quanti abbiano effettuato acquisti di beni e servizi incentivati dal Programma tra il 4 maggio 2020 e il 2 novembre 2020 e non abbiano ottenuto il rimborso per mancanza di risorse, sono invitati a conservare i relativi documenti contabili.

Non sono deluso. Dal  modo di governare di chi, in tempo di massima emergenza, è capace di lasciare  migliaia di italiani senza cassa integrazione dopo mesi di attesa, di chi dimentica intere categorie senza il minimo sussidio, non potevo aspettarmi che avrebbe contribuito a pagare il regalo di mia moglie. Resta l’ennesima delusione, l’amarezza di vedere un Paese che va in pezzi, la rabbia di vedere il caos amministrativo di una burocrazia che fa a pugni con quella politica con cui dovrebbe collaborare.  

Un’ appendice: la questua riapre il giorno 9 novembre. Ci riprovo; questa volta mi si chiede di pre-registrarmi ma, lo dice chiaramente il sistema, senza che questo mi dia diritto ad ottenere il rimborso. Provo di nuovo armato di SPID: il sistema mi dice di rivolgermi all’amministratore e, certo di non aver commesso alcune errore concludo che tutto ciò non abbia  senso, per cui rinuncio.  Un solo aspetto positivo: la fine di un’attesa kafkiana, l’attesa  che un padrone stupido ed  arrogante mi conceda quello che per legge è mio ma  che  non mi verrà concesso. Il fatto che ad altri sia stato concesso è solo l’ eccezione che conferma la regola: l’inefficienza che si sposa con l’iniquità.

Sergio Franchi


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