DENUNCIA ALLA PROCURA








PARTE  LA DENUNCIA  ALLA PROCURA


Non si parla quasi più della centrale per la produzione di biogas che la Ditta Asja Ambiente sta ultimando in via della Spadellata. Sono solo carboni ardenti sotto la cenere del menefreghismo imperante.  Si sente dire che ormai è terminata e non si può fare più niente. Questo lo potrà dire solo il tempo e le tante azioni di tutela che sono state e che verranno avviate. Questa centrale nasce con un vizio iniziale, una specie di peccato originale di cui tutti sembrano essere convinti ma di cui pochi vogliono parlare e nessuno intervenire.
Eppure la domanda è semplicissima anche se è duplice: La centrale è stata realizzata seguendo tutte le norme di sicurezza imposte dalla legge vigente? Se tali norme non sono state rispettate, può una centrale che rappresenta un potenziale pericolo per gli abitanti essere posta in funzione? Ho sentito un consigliere comunale di Anzio difendere la realizzazione di questo impianto affermando di essere favorevole al biogas. Che confusione!  Che c’entra essere favorevoli al biogas con fatto che una centrale che produce biogas venga realizzata in modo da rappresentare un potenziale pericolo per la gente che abita nelle vicinanze dell’impianto?  Quel consigliere, che ha dichiarato anche di essere favorevole alla cementificazione di ogni area verde, lo vada a raccontare a quei poveri disgraziati che abitano nelle vicinanze.
Oppure a quelli che producono agricoltura biologica nel terreno attiguo o al forno industriale che distribuisce i suoi prodotti in tutta Italia. Una signora, con cui ho parlato alcuni giorni orsono, mi ha raccontato che la sua casa ed il suo terreno, costruiti con una vita di sacrifici e posti nelle vicinanze dell’impianto, hanno perso qualsiasi valore commerciale. E’ giusto che questo avvenga? E’ giusto creare una turbativa così drammatica, un grave  danno economico ed un potenziale pericolo per la vita e per la salute degli abitanti? E’ giusto che per permettere ad un privato di guadagnare danaro, diritto sacrosanto nell’economia liberale,  si provochi grave disagio agli abitanti?  E’ giusto che questo avvenga senza un dibattito tra coloro che sono chiamati a pagare un prezzo così caro? Senza che la norma venga applicata in modo corretto? Senza che qualche forma di compenso venga concesso a chi subisce un danno così grave? Chi può pensare che questo possa essere accettato?
Eppure i cittadini si sono organizzati ed hanno cercato di far  sentire la propria voce senza mai travalicare il confine del confronto civile. Non  vi sono state occupazioni, non si ha notizia di persone che si siano incatenate ai cancelli del cantiere e nemmeno di  blocchi stradali, come avviene sempre in queste circostanze; solo confronto civile. Le associazioni hanno fatto sentire la voce degli abitanti sui tavoli delle Conferenze di Servizi che hanno avuto luogo per impianti simili proposti nella stessa zona;  ma non per l’impianto della Spadellata, che è stato approvato senza che i cittadini ne venissero nemmeno a conoscenza e non credo che l’assessore ed il dirigente, che diedero il nulla osta da parte del Comune di Anzio,  avessero l’obiettivo di tutelare l’interesse dei cittadini che rappresentavano.
Eppure quella centrale è  stata ubicata a meno di 300 metri dalla scuola Angelita con circa 400 alunni, che esiste da circa 50 anni, da un nucleo urbano di centinaia di persone ed a circa 800 metri dalla scuola Virgilio con circa 1200 studenti e quindi in una posizione che non soddisfa i principi di sicurezza. Questo è  un comportamento che non può essere accettato in un Paese Europeo, perchè viola il diritto sacrosanto della gente di  difendere la propria salute, la propria incolumità ed i propri interessi economici. Non è eludendo il problema che si troverà una soluzione; non è evitando di dare risposte  che si taciteranno gli animi di coloro che ricevono solo danno e pericolo.
Esistono molte persone che abitano nella zona e che non sanno ancora niente della situazione in cui sono coinvolte. In sintesi: quella centrale è posta in un’area abitata; è molto probabile che essa costituisca un pericolo per la salute e per l’incolumità degli abitanti; sono state indicate decine di verifiche di cui non si conosce l’esito; che deve fare la popolazione della zona per difendere i propri diritti? Chiedere alle autorità che devono garantire la tutela di quei diritti e quindi chiedere al Giudice se essi siano stati violati,  per  porre rimedio ad eventuali violazioni.
Il coordinamento di associazioni e cittadini Uniti Per l’Ambiente, attraverso i gruppi e le persone che vi aderiscono ha, di volta in volta, definito azioni ed attività informative, ha fatto proposte, ha alimentato il dibattito e l’attenzione per i problemi ambientali di Anzio di cui quello della centrale biogas resta il piu stridente con la logica e con la tutela dei diritti. Non essendo Uniti Per l’Ambiente un soggetto giuridico esso si muove sul piano formale attraverso le persone e le associazioni regolarmente registrate che vi aderiscono.
Il Comitato dei Cittadini Sacida, che è colonna portante di Uniti Per l’Ambiente, con cui condivide le battaglie in difesa dell’habitat,  ha dato corso, a nome del Coordinamento e con l’assistenza di un legale,  ad una denuncia rivolta alla Procura della Repubblica, con la richiesta di verificare se esistano ragioni di violazione dei diritti degli abitanti. L’azione presso la Procura di Velletri è stata affidata all’ Avv Daniela Folliero, con Studio in Nettuno, che generosamente assiste Uniti Per l’Ambiente in modo del tutto gratuito.
L’azione si affianca ad altre azioni legali condotte a tutela degli interessi dei cittadini della zona e di privati per il danno e per il pericolo che vengono prodotti. Al Comune di Anzio le associazioni chiedono la massima trasparenza e coerenza con gli impegni presi nelle varie occasioni in cui si è dibattuto nel merito. Alla Giunta Comunale chiedono di delineare una netta azione di discontinuità con chi questa situazione ha creato e che prima o poi sarà chiamato a rendere conto delle proprie azioni.

Sergio Franchi



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